Tarquinia: in attesa del lancio. All’epoca la tecnica del lancio prevedeva che il mitra dovesse essere estratto in volo dalla custodia fissata alla gamba destra, tenuto con le due mani e buttato a terra a poche decine di metri dal suolo, in modo tale da poter atterrare con le mani libere e fare la “capovolta”.
Nella foto è riconoscibile alle mie spalle Oreste Magnani.

Tarquinia: corso per il brevetto di paracadutista. Si costituisce qui
la “Folgore”.
Questa è la fotografia commemorativa del primo lancio.
Gino è in prima fila, al centro, con i baffetti.
Alle spalle la sua squadra, il 1° plotone della 6a Compagnia pronto
al lancio.
Molti sorridono, ma l’emozione era fortissima.

Da Tarquinia dopo il brevetto di paracadutista tre giorni in licenza a Brescia .
Gino è il primo da sinistra, abbracciato dal fratello Walter. A destra Severino
Stabilini di Leno. Quest’ultimo come lui proveniva volontario dall’Albania.

Il fotografo immortala Gino in una delle tipiche foto dell’epoca…

A Ceglie Messapico (Foggia) in attesa di una non ben definita missione nel Mediterraneo.
Addestramento a terra. Oltre al mitra con 40 colpi,
nell’armamento era prevista una pistola Beretta cal. 9, il pugnale e 4 bombe a
mano appese alla cintura. Il caposquadra aveva anche il binocolo….
Una parte della mia squadra, in alto da sinistra: Magnani, Gino, Guglielmetti.
Accosciati: Siracusa e De Zan. Sono assenti Massimiani e Guffanti.

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